La Red Bull Racing non ha ancora digerito l’uscita di scena
di Sebastian Vettel, in testa dall’inizio al 33 giro, quando un guasto all’alternatore
ha messo fine ai sogni di gloria del tedesco. Helmut Marko, ha inizialmente
parlato di complotto contro la scuderia austriaca, asserendo che l’ingresso della
safety car a causa del contatto avenuto tra Vergne e Kovalainen fosse del tutto
immotivato.
Ora a distanza di dieci giorni dalle prime polemiche il
consulente speciale del team campione del mondo, ritorna a movimentare gli
animi attraverso le colonne del sito online “Motorline”: “Quando si pensa ad un
fine settimana di un Gran Premio, agli occhi di un tifoso sembra tutto bello e
perfetto ma la realtà è molto diversa. In ogni azione che si compie c’è troppa
politica in gioco. Se Martin Whitmarsh, ad esempio, mi augura una buona
giornata allora io mi innervosisco e mi chiedo cosa sta succedendo."
"Noi [Red
Bull – ndr] diamo molto fastidio, perchè non siamo ne un costruttore di
autovetture di serie, ne una scuderia classica con una storia alle spalle in
questo sport. Ciò che fa male è che siamo l’unico team, esclusa la Ferrari, ad
ever raggiunto un super accordo con Bernie Ecclestone, ma non solo per il
budget ma anche per il prestigio. Ciò rende la nostra vita molto difficile al
momento nel Circus.”
Affermazioni molto dure, che lasciano trasparire il
nervosismo che la Red Bull sta vivendo in questo ultimo periodo a causa anche
delle numerose pressioni che la Federazione Internazionale [su stretto
consiglio dei team rivali – ndr] sta mettendo sul team di Milton Keynes
ispezionando di continuo la RB8.
L’intervista con il manager austriaco continua: “Alla fine
della scorsa stagione la Pirelli ha ricevuto l’ordine da parte della Federazione
di rendere la Formula Uno ancora più avvincente. Faccio un esempio. Di solito
una gomma si usura in maniera costante, ma con le attuali coperture le mescole
sono imprevedibili, un giro stanno lavorando e quello dopo sono letteralmente
sulle tele.”
“Per me la causa è una grande differenza qualitativa tra i
vari set. Il risultato è che le monoposto che sono semplici nel design [ad
esempio la Lotus E20 e la Williams FW34 – ndr] possono raggiungere più
facilmente i range dove le gomme lavorano meglio, mentre noi e le scuderie come
noi che hanno un progetto complesso, raffinato e tecnologicamente avanzato, fatichiamo
ad entrare in quella zona di corretto funzionamento.”
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