Non si placano le proteste in Bahrain, ma dal mondo della Formula Uno e della Federazione Internazionale dell’Automobile il silenzio diventa giorno dopo giorno sempre più assordante. Qualche giorno fa, il tema principal della Lotus F1, Eric Boullier ha avuto il coraggio di sostenere che i team dovevano andare a Sakhir.
Insomma come se nulla fosse, come se il regime della famiglia reale degli Al Khalifa non avesse provocato la morte ad oggi di 45 persone, che va ricordato avevano avuto il coraggio di protestare lungo le strade e le piazze del paese.
Dopo le dichiarazioni contrarie alla manifestazione sportiva espresse dal campione del mondo 1996, Damon Hill, e di alcuni parlamentari laburisti inglesi, oggi il quotidiano italiano “La Gazzetta dello Sport” ha dedicato qualche riga a quello che può divenire il caso dell'anno sottolineando i motivi ormai ben noti del perché Bernie Ecclestone e le squadre non prendono una posizione ufficiale.
Il Governo dello stato arabo sborsa infatti 40 milioni di dollari l’anno affinché il Gran Premio venga regolarmente disputato, soldi che poi vengono ripartiti in parte tra le squadre. Non va poi dimenticato che il fondo sovrano della casa Reale del Bahrain ha il 50 per cento delle azioni del team inglese McLaren.
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