Mancano solamente 6 giorni al Gran Premio del Bahrain e la forza d’opposizione “Al Wefaq” minaccia una settimana di protesta contro il regno sunnita della famiglia reale degli Al Khalifa.
Attenzione particolare per domani [17 aprile – ndr] quando all’aeroporto internazionale di Manama arriveranno i materiali delle squadre e i primi tecnici. In quella sede ci sarà la prima manifestazione. Al momento di scrivere questo articolo solo la Red Bull ha comunicato alla stampa di avere rafforzato il proprio servizio di scorta, mentre dalle altre scuderie tutto tace.
La situazione a Mamana è surreale, appena usciti dall’aeroporto ci sono diversi check point con i militari che controllano il passaggio. Solo nella giornata di ieri oltre 1.000 persone sono state arrestate. Chiaro il messaggio del governo, carcerazione preventiva al fine di evitare scontri e proteste che potrebbero danneggiare l’immagine del Bahrain e della Formula Uno.
La coalizione antigovernativa che chiede libere elezioni e riforme democratiche ha categoricamente escluso delle proteste intorno al circuito di Sakhir, ma il gruppo radicale “Rivoluzione del 14 febbraio” ha indetto tre giorni di collera a partire dal prossimo giovedì per denunciare la morte di 47 persone dall’inizio delle proteste.
Tutte le principali associazioni per i diritti umani hanno aspramente criticato la decisione della Federazione di autorizzare il Gran Premio, già annullato per gli stessi motivi nel 2011.
Tutte le principali associazioni per i diritti umani hanno aspramente criticato la decisione della Federazione di autorizzare il Gran Premio, già annullato per gli stessi motivi nel 2011.
Un dirigente della FOM, ieri in partenza da Shanghai, ha dichiarato dietro la garanzia dell’anonimato, che la gara può ancora essere cancellata se la situazione nel Paese dovesse aggravarsi.
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