La ventiduesima pole della carriera, la terza del 2012 e, soprattutto, la centocinquantesima della McLaren ottenuta con un giro mostruoso. Poi quell’ordine perentorio dai box: “Lewis ferma la macchina subito dopo il traguardo.” Hamilton obbedisce, ma dichiara ai giornalisti: “Ma non so cosa stava succedendo, dentro l’auto non sentivo nulla di irregolare.” Quindi un brivido lungo la schiena dopo aver saputo di essere stato convocato per la seconda volta in due giorni dai commissari di pista [la prima venerdì, per aver ostacolato in pista Schumacher - ndr]
La festa dell’inglese dura esattamente 4 ore e 45 minuti. Ovvero dalle 15:00 quando timbra il miglior giro, alle 19.45, quando il portavoce della Fia ufficializza con un comunicato la retrocessione all’ultimo posto sulla griglia per problema della benzina nel serbatoio.
Fino a quel momento Lewis aveva ostentato allegria, aveva provato a sorridere in conferenza stampa :“È stata una delle qualifiche più belle della mia carriera. I ragazzi nei box hanno fatto un gran lavoro.” Ancora non sapeva che proprio gli uomini del box fermandolo subito dopo il traguardo, avevano compromesso il suo fine settimana spagnolo.
Stavolta non si può proprio dire che la colpa sia di Lewis. Eppure, chissà perché, quando c’è di mezzo qualche questione con i commissari, qualche richiamo all’ordine, qualche penalizzazione, è molto facile imbattersi nel pilota inglese.
Sotto i riflettori ad ogni stagione per ogni cronaca giudiziaria della Formula Uno hanno per protagonista Lewis. Nel 2011 il picco era stato raggiunto a Montecarlo, quando la direzione gara gli aveva inflitto un drive through di penalità per l’incidente con Felipe Massa e altri 20″ di ritardo sull’ordine di arrivo per quello con Pastor Maldonado: “In sei Gran Premi sono stato dai commissari cinque volte. Forse ce l’hanno con meperché sono nero”, aveva tuonato Lewis.
Da quel momento, la sua stagione aveva preso una brutta piega, influenzata anche dai problemi con il padre Anthony e con la fidanzata Nicole Scherzinger. Forza maggiore Il 2012 doveva essere l’anno della svolta, della maturità finalmente acquisita. Invece ci ha pensato la squadra a mettergli i bastoni fra le ruote: prima con alcuni pit stop scellerati, adesso con il caos benzina: “C’era un problema sulla monoposto. Lo stop in pista è stato un motivo di forza maggiore”, si è difeso Martin Whitmarsh.
Poi in serata, subito dopo la retrocessione all’ultimo posto in griglia, è arrivata la stringata replica di un portavoce del team: “Accettiamo la decisione dei commissari, anche se non possiamo condividerla. Il nostro obiettivo è ora quello di portare a casa più punti possibili.”
Con un solo litro di benzina in più, la McLaren Mercedes avrebbe salvato la faccia. Un errore intriso di superficialità, più che un imbroglio come quelli del passato [vedi spy story – ndr].
Lewis, con maturità, ha scelto di commentare la squalifica. Sicuramente proverà a rispondere con una rimonta infuocata e disperata, come quelle d’altri tempi, per avvicinarsi almeno a quella vittoria mai conquistata sul circuito del Montmelò.
Il suo talento a dispetto della monoposto gode sempre del pieno di benzina.
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