sabato 23 giugno 2012

L'ira della Ferrari contro la Red Bull


Ci risiamo. La Red Bull si attiene fedelmente al proprio slogan commerciale  che ha deciso di infarcire la RB8 per la gara di Valencia di nuove ali. Le ultime in ordine di tempo sono comparse venerdì mattina [ma con una nota il team comunica di averle testate già in Canada – ndr]  sui semiassi delle monoposto guidate da Sebastian Vettel e Mark Webber. 

Adrian Newey sfruttando in maniera geniale l'ennessima interpretazione del regolamento tecnico ha carenato in un'unico profilo alare il braccio posteriore del triangolo inferiore con la leva di convergenza, nascondendo così all'interno del profilo il semiasse della monoposto. La norma consente al profilo in carbonio di avere un rapporto di 1 a 3 fra altezza e lunghezza (quest'ultima può essere al massimo di 100 mm) e di essere aerodinamicamente neutro (!!! - ndr)

I commissari tecnici della Federazione Internazionale l’hanno ritenuto regolare, anche se potrebbero cambiare idea dopo qualche gara, come è già accaduto nel corso di questa stagione.

Oggi nelle qualifiche sarà più chiaro se si tratta di una rivoluzione o di un piccolo passo avanti, confrontato con le novità che la Ferrari ha introdotto per questo Gran premio d’Europa in terra spagnola.

Ma il nocciolo della questione è un altro, ovvero la filosofia della Formula Uno stessa. La Red Bull Racing è venuta alla luce solamente nel 2005 e da allora il loro concetto di monoposto è un veicolo dalla sofisticata aerodinamica in cui per necessità viene installato un propulsore. Progettazione, ricerca e sviluppo sono affidati quasi totalmente alla simulazione con i computer e nella galleria del vento. 

I team storici, tra cui emerge soprattutto la Ferrari, hanno una filosofia opposta, secondo cui la meccanica è importante perché ha ricadute sulla produzione di serie e lo sviluppo migliore avviene solamente in pista. Oggi che la Formula Uno  deve decidere come risparmiare, l’intesa è problematica, quasi impossibile.

Entro il 30 di giugno infatti le squadre dovrebbero votare una serie di proposte per il regolamento 2013, che saranno approvate con una maggioranza di due terzi dei voti [mentre dal 1° luglio sarà necessaria l’unanimità – ndr]. 

La Red Bull Racing [e a rimorchio la Toro Rosso, in quanto facente capo alla stessa proprietà – ndr], ridurrebbe ancora i test invernali, da 3 sessioni a 2, ed eliminerebbe le prove di maggio che quest’anno si sono tenute al Mugello.

La Ferrari dal canto suo vorrebbe la Federazione Internazionale come arbitro dell’«Rra», il patto con cui i team dal 2009 si sono impegnati a spendere meno. Un accordo utile quanto difficile da far rispettare, visto che non prevede sanzioni sportive. “Qualcuno di voi è contrario a inserire l’Rra nel regolamento della Formula Uno?”, è stato chiesto ieri da un giornalista in conferenza stampa ai responsabili delle scuderie Mercedes, Lotus, Toro Rosso, Caterham e Hispania. Risposta unanima: “Assolutamente no, dobbiamo impegnarci sin da subito per spendere di meno.”
 
Anche in tempi di forte crisi economica il budget di di un top team si avvicina oggi ai 280/300 milioni di euro, metà dei quali destinati all’aerodinamica. I test costano una quarantina di milioni, i motori per tutta la stagione 8, per i ricambi [incidenti e rotture escluse – ndr] ne servono 2, per la fornitura di gomme 1,5. 

Una sola proposta potrebbe mettere tutti d’accordo: attribuire un punteggio alle varie aree di lavoro. Un giorno di test, per esempio, equivale a enne giorni di galleria del vento. Su questo stanno lavorando le diplomazie del Circus. Un’altra idea prevede un numero massimo di novità sulle macchine: le modifiche sarebbero concesse ogni sei gare. 

Manca solamente una settimana e mai come adesso le posizioni tra i contendenti sono state così distanti.

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