venerdì 29 giugno 2012

Amarcord: Andrea De Cesaris, il Mandingo di Roma


Andrea De Cesaris nasce  a Roma il 31 maggio 1959 era soprannominato “Mandingo” nel paddock e “Andrea De Crasheris” dalla stampa inglese per i tanti incidenti in cui spesso incappava.

Nel 1976 il pilota romano si aggiudica il Campionato Mondiale Juniores di Kart e il Campionato Nazionale classe 125 cc. De Cesaris venne presto notato dalla Marlboro, Multinazionale del Tabacco, che gli permette di continuare a gareggiare nelle categorie successive. Si recò, ventenne, in Inghilterra, dove giunse secondo nel Campionato di Formula Vandervell 1979 aggiudicandosi sei gare alla guida della March-Toyota. L’anno seguente, il pilota romano si classificò al quinto posto nella categoria Euro Formula 2.

Nel 1980 fece il suo in Formula Uno dove vi rimase per quindici stagioni fino al 1994. Durante la sua carriera ha corso per un gran numero di squadre, tra cui Alfa Romeo, a cui sono legati i suoi migliori risultati, McLaren, Ligier, Minardi, Brabham, Rial, Scuderia Italia, Jordan, Tyrrell e Sauber.

Nei 208 Gran Premi disputati ha ottenuto una pole position, cinque podi, un giro più veloce e 59 punti iridati.

Debutta nella penultima gara della stagione 1980, in Canada, al volante della modesta Alfa Romeo al posto dell'esperto Vittorio Brambilla. Nella stagione successiva viene ingaggiato dalla McLaren al fianco di John Watson, ma l'avventura non è delle migliori [un solo punto conquistato, al Gran Premio di San Marino – ndr].
Nel 1982 rientra alla Alfa Romeo, ottenendo buoni risultati nell'arco delle due stagioni disputate con il team italiano, tra i quali spiccano i due secondi posti al Gran Premio del Sud Africa e al Gran Premio di Germania del 1983, chiudendo all'ottavo posto nel campionato del mondo. 

Nel 1984 il passaggio alla Ligier, per due stagioni, all'ombra dei più titolati compagni Francois Hesnault, nel 1984, e Jacques Laffite, nel 1985. Da allora, ingaggi in scuderie di secondo piano hanno ostacolato il grande talento del pilota romano, che ha guidato la Minardi-Motori Moderni nel 1986, la Brabham-BMW nel 1987, la modesta Rial nel 1988, con la quale ha ottenuto un miracoloso quarto posto al Gran Premio degli Stati Uniti.
Nel 1989 De Cesaris passa alla BMS Dallara, con la quale disputa due stagioni sfortunate, ingabbiato a metà schieramento, complice una vettura non troppo competitiva ne affidabile. 

Nel 1991 si registra il passaggio alla debuttante Jordan motorizzata Ford, dove finalmente De Cesaris può lottare per le zone medio-alte della classifica, grazie a questa macchina veloce e affidabile, al di là delle più rosee aspettative. Le buone prestazioni, però, non valgono la riconferma del romano, che nel 1992 si accasa alla ormai decaduta Tyrrell, con la quale disputa una buona prima stagione, per poi ottenere risultati disastrosi nella stagione successiva. 

Deciso ormai al ritiro dalla Formula Uno, nel 1994 arriva di nuovo la chiamata della Jordan, solo a titolo temporaneo, per sostituire nelle due gare successive lo squalificato Eddie Irvine.

Dopo la seconda avventura con il team irlandese, impreziosita da un quarto posto conseguito a Montecarlo, arriva la chiamata della Sauber (in seguito al grave incidente accaduto a Montecarlo a Wendlinger), con la quale disputa nove gare e chiude la carriera in F1, diventando uno dei pochi piloti ad aver superato i 200 GP disputati.

1 commento:

  1. De Cesaris secondo me fu penalizzato, anzi che aiutato, dall'importantissima sponsorizzazione Malboro, dalla quale fu portato in F1 troppo presto. Il talento ce l'aveva sicuramente, ma arrivò in F1 ancora troppo immaturo, mentre avrebbe avuto bisogno di farsi le ossa ancora per un paio di anni nelle formule minori. Tralaltro iniziò subito da scuderie di alta fascia senza farsi nemmeno un pò di gavetta in scuderie più piccole. Ne avrebbe avuto un gran bisogno. Invece iniziando da McLaren e Alfa quando non era ancora pronto si bruciò completamente la carriera successiva e quando arrivò alla maturità agonistica ormai navigava tra scuderie di bassa fascia. Per fare un'esempio Senna, che pure arrivò in F1 giovanissimo, avrebbe potuto esordire con la Williams e invece preferì farsi un anno di gavetta alla Toleman. De Cesaris invece partì subito giovanissimo (fu uno degli esordienti più giovani) dalla McLaren, spinto dalla Malboro, e dimpostrò immediatamente di non meritarsi quel sedile, visto che collezionò una serie interminabile di incidenti, nelle libere e in gara, che gli volse il soprannome di De Crasheris. Traltro in quell'anno, l'81, causò anche un'evento singolarissimo e mai più ripetutosi, lo sciopero dei suoi meccanici che si erano stufati di dover fare straordinari per riparare in continuazione i danni che faceva alla vettura. Giunsero a lasciarlo a piedi in un gp rifiutandosi di riparargli la macchina che aveva danneggiato per l'ennesima volta nelle prove. L'anno successivo all'alfa le cose andarono un pò meglio. Ottenenne il record di pilota più giovane a partire in pole position a Long beach (21 anni mi pare), ma sciupò tutto in gara (come al solito) quando sorpassato da Lauda invece di accontentarsi di un comodissimo secondo posto tentò di tenere l'impossibile ritmo dell'austriaco spalmandosi immediatamente a muro. Avendo fatto vedere qualche buon numero, ma tanta, troppa incostanza nei primi 3 anni, perse la possibilità di correre con scuderie di vertice finendo a correre con quelle di media e bassa fascia. In queste si continuò a distinguere oltre che per gli incidenti (andarsi a vadere quello pauroso in Austria), per una cattiveria immotivata nei momenti in cui doveva essere doppiato. Non lasciava mai la strada a chi era in testa e anzi, a volte ostacolava deliberatamente il doppiaggio come se fosse in lotta per la posizione. Per i piloti in testa ogni volta il vederselo davanti poteva diventare un incubo visto che c'era sempre i rischio di perdere la gara a causa sua. C'è per esempio il suo zampino anche nella vittoria del mondiale di Senna nell'88. Prost era d'avanti, ma aveva gravi problemi al cambio e Senna che era partito male aveva velocemente recuperato su di lui, ma una volta raggiunto non riusciva a superarlo. Sembrava che Prost fosse riuscito a trovare il modo di guidare la vettura in modo decente anche in quelle condizioni. A un certo punto però si trovò un trenino di doppiati davanti di cui il primo, purtroppo per lui, è De Cesaris. Con Senna poco dietro cercò di doppiarlo alla prima occasione, ma De cesaris non fece nulla per favorire il doppiaggio e si tenne il francese dietro per un intero giro. Alla fine Prost provò a passarlo nel punto più semplice, alla staccata della chicanne del triangolo, ma De Cesaris incredibilmente chiuse la traiettoria e costrinse Prost ad alzare il piede. No solo, nel fare questo ebbe poi un terribile uscita dalla chicanne andando a ostacolare Prost, chhe tralatro già aveva il cambio mezzo rotto, anche in accelerazione. A quel punto per Senna fu facilissimo prendere la scia del rivale e sorpassarlo.

    RispondiElimina