mercoledì 18 aprile 2012

Bahrain, una sola zona DRS

Dopo aver visionato il circuito e valutato attentamente tutte le caratteristiche del tracciato di Sakhir, la Federazione ha deciso di adottare una sola "DRS Zone" che è stata fissata sul lungo rettilineo di partenza, per una lunghezza complessiva di circa 650 metri.

Il detection point, ovvero il punto di rilevazione tra le monoposto è stato posizionato all'ingresso dell'ultima curva.

Bahrain, tra autobombe, granate e richieste di rinforzi

Notizie drammatiche giungono nel pomeriggio dal Bahrain. Nonostante tutte le testate giornalistiche più importante parlino di “calma apparente o “relativa”, questa mattina è esplosa un’autobomba  nei pressi del “Marina Yacht Club” di Manama. 

Danni ingenti e vetri di molte costruzioni in frantumi ma per fortuna nessuna vittima e nessun ferito. E’ la prima volta da molte settimane che i manifestanti utilizzano atti  violenti per attirare l'attenzione dell’opinione pubblica.

Le forze di pubblica sicurezza hanno rimosso a tempo di record i rottami e ripulito la scena dell’esplosione. Dare a tutti i costi una parvenza di quiete sembra essere la priorità del Governo dello Stato del Golfo Persico.

Nel pomeriggio le forze dell'ordine sono state obbligate a lanciare delle granate stordenti contro dimostranti che protestavano ad un evento culturale di presentazione del Gran Premio di Formula Uno.

Intanto fonti del Ministero degli Interni bahrenita confermano che la famiglia reale Al Khalifa ha chiesto lunedì allo Yemen, Oman, Pakistan e Arabia Saudita di inviare uomini in rinforzo alle proprie forze di polizia locale.

Si tratta di quasi 6.000 poliziotti, quasi tutti in borghese e di molti ufficiali dei servizi di intelligence.

Singolare e quanto meno degno di nota il connubio solidale e perenne tra le dittature e regimi antidemocratici nel tentativo di mantenere il proprio popolo sotto giogo.

Test del Mugello, la McLaren lascia a casa Button e Hamilton

Oggi con un comunicato stampa ufficiale, la scuderia McLaren ha annunciato che nei test in programma dal 1 al 3 maggio sulla pista del Mugello, schiererà i propri collaudatori Gary Paffett ed Oliver Turvey.

Su Twitter poi la squadra di Woking ha commentato: “La nostra line-up del Mugello sarà formata dai collaudatori Gary Paffett ed Oliver Turvey che condivideranno la vettura. Questo significa che i piloti ufficiali Jenson Button e Lews Hamilton non saranno al Mugello. I nostri collaudatori sono molti preparati e sapranno testare al meglio le novità che proveremo in Italia.”

Brawn: "Decisione su Schumacher rinviata in inverno"

La  Mercedes tramite il proprio team principal Ross Brawn ha dichiarato che deciderà solamente a fine stagione se rinnovare il contratto con Michael Schumacher oppure cercare un’alternativa all’asso tedesco. 

L’accordo triennale siglato nel 2010, sacdrà il 31 dicembre di quest’anno. I primi due anni dl Kaiser non sono stati particolarmente esaltanti, ma ora grazie finalmente ad una W03 competitiva il tedesco, sfortuna a parte, sta facendo vedere delle buone prestazioni.

Resta da capire se Schumacher guiderà la W04 nel 2013, oppure se questo ritardo sia imputabile ad una trattativa segreta con Lewis Hamilton, anche lui in scadenza con la McLaren.

Al canale televisivo “Sport 1” Brawn ha dichiarato: “Tutto è completamente aperto, ma è troppo prematuro decidere ora. Dopo l’estate sarà più chiaro cosa è meglio per lui e per noi. Ma fino ad allora c’è ancora molta strada da fare insieme.”

Fonti anonime del team invece danno per scontato il rinnovo del contratto di Schumacher anche per le stagioni 2013 e 2014. Il motivo del ritardo nell’annuncio sarebbe imputabile ai dissidi presenti nel Consiglio d’Amministrazione della Casa di Stoccarda sulla permanenza in Formula Uno dopo la scadenza dell’attuale Patto della Concordia.

Raikkonen: "A Sakhir voglio il podio"

Kimi Raikkonen sul sito internet della Lotus F1 rilascia una breve intervista alla vigilia del prossimo Gran Premio in Bahrain. Il finlandese ritorna a parlare della sua prestazione in Cina: “E’ stata una buona gara, ma abbiamo fatto male i conti con la strategia e abbiamo finito le gomme durante lo stint finale. Mi sentivo a mio agio e ho potuto spingere bene, peccato non aver potuto concretizzare. Non sarei mai riuscito a tenere il ritmo di Vettel, ma avrei potuto raccogliere punti importanti. A qualche giro dalla fine, però, nel cercare di difendermi sono andato largo e sono finito sui marbles [i riccioli di gomma che si depositano fuori dalla traiettoria - ndr]. A quel punto, ho perso trazione e tutti mi hanno passato con facilità”.

E adesso in Bahrain, Kimi vuole puntare ad un buon risultato per mostrare a tutti le potenzialità che questa Lotus E20 Renault non ha ancora pienamente espresso: “Spero di trovare subito un buon bilanciamento che mi permetta di esprimere subito il potenziale della monoposto. Ci sarà molto caldo e la nostra vettura rende meglio in quelle condizioni. In Bahrain ci sono alcune opportunità di sorpasso in più rispetto alla Cina, quindi vediamo cosa succede. Io credo che un podio potrebbe essere possibile, così come lo era anche in queste prime gare. Tra l’altro, sulla pista di Sakhir ho ottenuto un secondo e tre terzi posti, per cui spero almeno di ripetermi”.

Bahrain: "Nessuno farà del male agli stranieri"

Pubblichiamo l'intervista a Nabel Rajab, presidente del Centro per i diritti umani in Bahrain, apparsa ieri sui principali quotidiani italiani ed internazionali.

"Così la Formula Uno diventa lo sport dei dittatori", accusa Nabeel Rajab, presidente del Centro per i diritti umani in Bahrain. "Dove ci sono regimi oppressivi e non democratici, i grandi eventi servono a rompere l’isolamento internazionale e offrire al mondo l’idea che la situazione politica è tranquilla". 

Da mesi Rajab chiede ai piloti, alle scuderie a a tutto il Circus della Formula Uno di non disputare il Gran Premio in programma il prossimo 22 aprile a Sakhir.
E’ stata istituita la legge marziale? 
"Niente di ufficiale, c’è una legge marziale non scritta, non dichiarata."
Com’è evoluta la situazione negli ultimi giorni? 
"Qui [in Bahrain - ndr] si manifesta ormai da 15 mesi consecutivi. Ma negli ultimi giorni abbiamo assisitito a violente sparatorie, rastrellamente preventivi della polizia, a torture in carcere. Quasi quotidianamente ci sono feriti anche gravi in ospedale e posti di blocco ovunque."
Sabato [14 aprile - ndr] è arrivata la conferma che il Gran premio si correrà lo stesso. 
"Sì, purtroppo l'ho sentito. Da allora il quadro è peggiorato, siamo in uno stato di emergenza. I palazzi delle istituzioni sono presidiati dalla polizia e la città di Manama è circondata da check point dell'esercito. Solo ieri sono state arrestate 1.000 persone."
Che cosa ha pensato quando l’ha saputo? 
"Sono rimasto deluso. La gente del Bahrain sta soffrendo e muore per ottenere un minimo di libertà e democrazia. Siamo tristi perché la Formula Uno, Eccelestone e la FIA si sono schierate dalla parte del Governo e della famiglia reale Al Khalifa, costruendosi intorno un’immagine collegata alla dittatura".
Non crede che lo sport debba restare separato dalla politica? 
"Questo discorso vale in Europa, negli Stati Uniti e in tutti i Paesi democratici. Negli Stati totalitari lo sport è un modo per uscire dall’isolamento e sviluppare le relazioni internazionali. Da noi c’è una famiglia che è a capo della politica, dell’economia, dello sport e decide qualunque cosa: ha bisogno di voi."
Lei critica il regime senza censure: perché glielo consentirebbero? 
"Sono un’eccezione, una mosca bianca. Adesso non mi toccano perché la mia attività in difesa dei diritti civili è ad alto profilo internazionale, ma molti rappresentanti della nostra organizzazione sono stati torturati e si trovano in prigione".
Secondo lei la Formula Uno sarà presa di mira e coinvolta in episodi violenti? 
"No, non penso proprio."
Durante la settimana avete in programma iniziative per diffondere le vostre ragioni? "Organizzeremo eventi ogni giorno. L’importante è che voi usciate dai palazzi della Formula Uno e andiate a visitare i villaggi, i paesini. Sono pronto a organizzare un pullman. Vi renderete conto di come è stata la repressione al di fuori della capitale."
È esattamente ciò che ci è stato raccomandato di evitare. 
"Non vi dovete preoccupare. La gente nei villaggi vuol bene agli stranieri."
Forse la polizia non ama gli stranieri che vanno nei villaggi. 
"Nessuno ha intenzione di uccidervi o farvi del male, né i civili né i poliziotti."
Non si è mai parlato così tanto del Bahrain. 
"Sì, è l’unico aspettato positivo: siamo entrati nell’agenda internazionale."