lunedì 11 giugno 2012

Ferrari World, tra crisi e licenziamenti...


L’aria condizionata raffredda l’intero complesso, ed è così che si passa dai 45 gradi dell’esterno ai 19 in pochi secondi. L’energia elettrica è praticamente regalata nel Paese degli Emiri dove un litro di benzina costa 18 centesimi di euro contro i 25 di una bottiglia d’acqua naturale locale.

Duecentomila metri quadrati, quanto 28 campi da calcio, il parco ipertecnologico dei divertimenti dedicato alla Casa di Maranello, dove ogni appassionato, pagando il biglietto d’ingresso di 45 euro, può provare oltre 20 attrazzioni tra cui l’ebrezza di calarsi nell’abitacolo di un simulatore, oppure le montagne russe più veloci del mondo [viaggiano a oltre 240 km/h – ndr] e ancora l’acceleratore in caduta libera da 60 metri di altezza. Tutto per avvicinarsi il più possibile alle sensazioni che provano i moderni piloti di Formula Uno sulle piste.

Questo solo una parte di quello che può offrire l’imponente complesso del “Ferrari World” ad Abu Dhabi negli Emirati Arabi Uniti. Inaugurato in grande stile il 27 ottobre 2010, oggi a poco più di un anno e mezzo di distanza assomiglia sempre di più ad un’immensa cattedrale nel deserto.

E non è solo un modo figurato di dire, ogni giorno visitano la struttura [situata sull’isola artificiale di Yas Marina, a due passi dal circuito di Formula Uno – ndr] solo poche centinaia di turisti, contro una capacità minima di oltre 7.000 visitatori al giorno. Il parco di divertimenti al coperto più grande al mondo è tristemente sottoimpiegato. 

Ed è così che il “Ferrari World” ha già dovuto licenziare molti dei suoi dipendenti negli ultimi mesi. I bilanci saranno sicuramente meno rosei del previsto.

Se nel deserto si piange, nella bassa padana invece si ride, la Ferrari non ha speso un euro per la realizzazione del complesso. La famiglia reale degli Al Maktum si è occupata di tutto quanto e Maranello ha venduto i diritti d’immagine e la licenza per utilizzare il marchio per un’enorme cifra iniziale più un minimo annuale garantito.

E poco importa se qui la passione per la Formula Uno è scoppiata da pochi anni e se nella riproduzione in miniatura dell’Italia [presente all'interno del complesso - ndr] non hanno riprodotto San Pietro e al Duomo di Firenze hanno tolto la croce … i dollari compensano tutto.

Nessun commento:

Posta un commento