mercoledì 30 maggio 2012

La guerra segreta di Ecclestone

Queste sono settimane convulse per il potere politico della Formula Uno. A differenza delle dichiarazioni di rito consegnate alla stampa, sarebbe in atto una profonda guerra intestina alla massima categoria automobilistica tra Bernie Ecclestone e FIA.

Ecclestone, nonostante i suoi 81 anni, non ha la minima intenzione di scendere dal ponte di comando, anzi avrebbe intrapreso una aspra battaglia con il Presidente della Federazione Jean Todt.

Sono infatti ormai troppi i punti d’attrito tra la Formula One Management [FOM] e la Federazione Internazionale dell’Automobile [FIA].

Ecclestone vorrebbe uno slittamento al 2016  per il debutto dei nuovi motori turbo V6 da 1600cc, l’abolizione dell’attuale Kers e del futuro Ers, e l’introduzioni di nuove ed ecclatanti regole commerciali e sportive.

Jean Todt dal canto suo preme per veder rispettato il termine del 2014 dei nuovi motori turbo ad iniezione diretta con Kers incorporato in quanto la Formula Uno del futuro ha il dovere di fare da pioniere verso energie più pulite e meno inquinanti.

La frattura tra i due poteri al momento è ancora ben celata, ma qualora non si dovesse rinsaldare e venire allo scoperto, si rischia una scissione tra la Ecclestone e la FIA che porterebbe alla nascita di un nuovo campionato sportivo senza però le classiche denominazioni “Formula Uno”e “Campionato del Mondo”.

Proprio su questo argomento, si ricollega la recente ribalta di Flavio Briatore nel Circus. Il manager piemontese sarebbe stato incaricato da Ecclestone in persona di studiare un progetto alternativo alla Formula Uno chiamato al momento GP1 atto a rimpiazzare l’attuale categoria qualora Bernie decidesse di andare avanti con i suoi piani senza la Federazione.

Su questo argomento tutte le squadre hanno risposto negativamente, sottolineando l’esigenza di un organo controllore esterno alle squadre che faccia rispettare le regole. Solo la Red Bull Racing [e di conseguenza la Toro Rosso – ndr] si è schierata dalla parte dell’eterno patron della Formula Uno, spiegando che un’organizzazione stile GP2 potrebbe essere una buona soluzione.

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